martedì 9 marzo 2010

Call of Chtulhu (V° episodio)


Torno a casa, la polizia mi ha di nuovo raccomandato di non andarmene da Boston, e Viola per il momento viene a vivere da me. I vicini di casa non hanno guardato molto bene Viola, in fondo vivo in un quartiere di bianchi...
La mattina appena sveglia suona il telefono, è Neils che mi dice che il Dottor Shultz all'ospedale ha uno shan in testa e non può ricevere alcuna visita perché stanno facendo degli esperimenti sulla sua testa. Decido che vado da Neils; mentre Viola, che ora si fa chiamare Eva, è fuori a cercare un permesso di soggiorno più o meno valido.
Dopo essere stata accolta da Neils gli chiedo di scendere in cantina dove ricordo essercino tre shan catturati la settimana prima. Sono ancora tutti lì. Sò che Shultz tiene il libro dei rituali dietro alle bottiglie di vino buono, peccato io preferisca sempre il Bourbon.
Trovo un rituale dove è possibile trasferire uno shan da una persona ad un'altra sacrificando un essere umano. Bè, il parco è pieno di barboni e ne abbiamo già fati fuori due la scorsa settimana...
Intanto arrivano "Eva" e Seamus che ci dicono che una vecchia barbona sta gironzolando attorno alla casa del Dottore. Neils esce per chiederle cosa vuole e intanto noi gli diciamo di farla entrare e di renderla inoffensiva, magari dandole una botta in testa o altro. Vediamo dalle finestre che vanno verso le tombe dei barboni nel giardino di Shultz; decidiamo di scendere a vedere che succede.
Da lontano vediamo che c'è una persona seduta di fianco ad una delle due tombe e guardando meglio si nota che da una delle due tombe sbuca il "cadavere" della barbona che dovremmo aver ucciso... Con qualche fatica riusciamo a far fuori la persona seduta per terra e a stordire la vecchia ma mentre tentiamo una cosa del genere il tipo seduto riesce, con un rito strano, a rendere ciechi me e Seamus ma io nonostante la cecità riesco a vedere le sagome degli shan.
Mi giro verso la voce dei miei amici e vedo una sagoma di shan e delle schegge di uovo di shan, credo che sia il Dottor Shultz, ma come è arrivato a casa?
Dopo un pò sentiamo suonare il campanello e Shultz va alla porta mentre noi cerchiamo di nascondere e mettere a posto il caos che si è creato in giardino, appena seduti in salotto sentiamo il telefono e Neils che risponde, è un pò adirato e dopo un pò dice al ricevitore: "Sono 45 anni che guardo il signorino Dwait e non mi è mai scappato!", l'ilarità è contagiosa!
In un attimo di calma il signorino Dwait ci fa vedere delle foto che ha "trovato" in ospedale mentre usciva; sono sei fotografie di persone con lo shan in testa e sotto ad ogni immagine c'è scritto: "Casa di cura TOWER". Mi ribolle il sangue al solo pensiero di Isabel Tower.
Ormai è sera e io e Viola torniamo a casa, prima di dormire mi scolo due bicchieri di Bourbon e quindi sogno di morire alcolizzata fra un anno e mezzo, non sò se è peggio la cerosi epatica o morire annegata per colpa di un polpo femmina. Shultz mi dirà in seguito che ha sognato di morire suicida... le realtà cominciano a cambiare, sarà un bene?
La mattina mi sveglio indecisa se continuare a bere o meno con Viola che tenta di dissuadermi. Mi incammino per il museo e all'entrata c'è un poliziotto che va avanti e indietro, non ci vuole tanto per capire che aspetta me. Lo saluto educatamente e vedendo la sua faccia solcata da due spesse occhiaie gli chiedo se vuole una tazza di caffè e lo invito ad accomodarsi sul divano del mio ufficio.
Mi fa delle domande sulla morte della mia precedente assistente chiedendomi chi potrebbe convalidare il mio alibi e alla fine mi dice che se mai cercassi un altro lavoro c'è sua sorella che gestisce una libreria. Sarebbe una menzogna dire che non c'ho fatto un minimo pensierino all'idea di cambiare tutto e magari cominciare una vita normale.
Dopo poco che va via il poliziotto arriva Viola/Eva che dopo aver liberato la sua nuova scrivania dalla roba vecchia si siede tutta soddisfatta. Dopo un pò la vedo andare verso lo scantinato dove teniamo i reperti, la seguo. La vedo analizzare ogni reperto e la scena è davvero esilarante. Le chiedo cosa sta cercando e analizzando due o tre fascicoli le tiro fuori quello che cerca.
E' una campana non più alta di una quarantina trentina di centimetri con dei fori ovali, è di rame, le scritte sono state cancellate dall'acqua probabilmente visto che la campana è stata levigata dalle correnti e arriva dalla baia di Boston; nel talloncino informativo ci sono due scritte, una che dice: "da Samuel Tower; 1919" con una riga sopra e appena sotto c'è scritto: "Mr. Kugan". Tutte e due sono state scritte dal mio vecchio datore di lavoro, Troy Erasmus.
Decidiamo di andare a casa di Shultz e di far suonare la campana a Seamus, è quello meno pazzo di tutti. Al suono della campana ogni liquido presente nella stanza si alza e va a schiantarsi nel soffitto, quando il suono smette ritorna come un onda per terra. Shultz decide di provarla in giardino...
Siccome sul talloncino informativo del museo c'era il nome di Kugan si pensa di fare un salto a casa della figlia, Inga Kugan che pensa io sia un demone. Vanno tutti tranne io, non mi va di avere di nuovo un fucile a due canne puntato sulla mia faccia. Io intanto con la scusa di tornare al lavoro, passo nella libreria della sorella del poliziotto e parliamo per un pò. Poi torno realmente al mio lavoro dove ricevo una chiamata interessante dal senatore.
Intanto a casa di Inga Seamus e il dottore riescono a farsi dare delle utili informazioni riguardo la famiglia Tower e tutti gli essere di quella razza; alla fine sono dei maledettissimi polpi! Invece Viola riesce come sempre a cacciarsi in qualche guaio già che mette piede nel giardino di Inga e lei se ne accorge immediatamente, io ero l'unica che si ricordava di non calpestare l'erba (così disse Inga la prima volta che ci incontrammo).
Un'altra chiamata mi raggiunge dell'avvocato della famiglia Tower che mi comunica che nessun componente della famiglia è mai stato al museo... Brutta puttana di una Isabel, se ti prendo ti ammazzo!!! e non manca molto al nostro prossimo incontro...

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