giovedì 16 settembre 2010

Call of Cthulhu, Mel e Seamus!


1926
Un altro giorno seduta in questa scrivania ad aspettare di andare a casa alle cinque. Almeno oggi mi è andata meglio del solito, il capo è uscito prima per andare a vedere dei reperti per una futura mostra, secondo me è andato a casa prima e basta.
Basta lamentarsi Mel! Prendi la tua borsa e vai a casa…
Ma mentre esco dal museo un’ombra sembra seguirmi, non mi sento per niente sicura e comincio a camminare più velocemente senza guardarmi indietro. Voglio solo arrivare alla strada dove ci sarà qualcuno, ma anche i passi di chi mi sta seguendo diventano più veloci. Comincio a correre e arrivata alla strada non sento più nulla. Mi giro e non vedo nessun’ombra, eppure sono sicura che qualcuno mi stesse seguendo.
Il giorno dopo arrivo al lavoro e ritirando la posta vedo che c’è un pacco per me, l’indirizzo è scritto a mano. La apro con molta cautela, aspettando che il direttore non ci sia. Rimango allibita quando vedo che il pacco contiene dei cioccolatini e una rosa rossa appoggiata in mezzo al vassoio. Peccato che a me il cioccolato al latte faccia schifo!
La sera stessa, mentre sto finendo le ultime cose, sento bussare alla finestra del mio ufficio. Un uomo vestito di bianco di carnagione scura mi sta guardando dalla finestra chiedendomi di aprire.
Mi dice che è stato lui a mandarmi i cioccolatini e che mi vuole solo parlare, se solo lo faccio entrare. Apro la finestra e cominciamo a parlare lì. Mi dice che è alla ricerca di un oggetto, un reperto antico proveniente dall’Egitto. E’ un cofanetto a forma ottagonale abbastanza lungo di legno con delle incisioni sopra. Mi chiede solo di avvisarlo nel momento in cui mi arrivasse sotto gli occhi uno di questi cofanetti, senza nessun obbligo. Sarò io a decidere il giorno in cui ne vedrò uno…
Poi lo strano uomo si allontana.
Da quel giorno io ricevo ogni anno un pacco di cioccolatini al latte con una rosa nel mezzo… il cioccolato al latte continua ancora oggi a farmi schifo!

1929
Sono la direttrice del museo. Oggi è una bella giornata non fosse per quella stordita della mia segretaria che non sa fare il suo lavoro, io ero molto efficiente quando ero al suo posto; la odio!
Mentre sto lavorando suona il telefono ed è Seamus che mi chiede che cosa faccio quella sera. E’ strana questa cosa perché non mi ha mai chiesto di uscire e sicuramente non mi sta corteggiando; probabilmente ha solo bisogno di qualcuno. Accetto la sua offerta e intanto esco un po’ prima per comprarmi un vestito nuovo.
La sera passa a prendermi con la sua macchina e mi faccio spiegare tutto. Stiamo andando in un locale frequentato normalmente dalla mala di Boston perché sta indagando sulla morte di un paio di prostitute e di un suo “vecchio amico” che ha trovato morto in mezzo ad un fiumiciattolo, apparentemente affogato ma realmente aveva un pezzo di legno strano conficcato nel collo.
Non ho chiesto a Seamus perché il pezzo di legno conficcato nel collo del morto ce l’avesse lui, meglio non chiedere certe cose ad un fotografo di un giornale.
Guardando meglio il pezzo di legno noto che è come il cofanetto che tre anni prima mi aveva fatto vedere Shariz, ecco come si chiamava l'uomo che mi aveva parlato la prima volta di queste reliquie egizie. Sono certa che è quello, ma adesso è rotto e l’acqua che l’ha bagnato sta facendo marcire il legno e al contatto con le mani comincia a sgretolarsi. Noto che al suo interno ha qualcosa, chiedo a Seamus se ha una penna e riesco a tirare fuori un bacco da seta, lo apro e al suo interno c’è una specie di farfalla morta. Seamus mi consiglia di sezionarla, lo faremo più tardi al museo…
Arrivati al locale ci accolgono degnamente e ci fanno accomodare in un salottino privato. Dopo un po’ arriva un conoscente di Seamus che ci da informazioni sia sulle prostitute che sul protettore . Ci danno l’indirizzo della ragazza dell’uomo ucciso e noi decidiamo di farci un salto il giorno seguente.
Non dico ancora nulla a Seamus del cofanetto di legno, devo decidere se contattare o meno quell’uomo.
Il giorno seguente ci rechiamo all’appartamento della morosa del morto che ci accoglie chiedendoci dov’è finito quello sfaticato del suo ragazzo. Quando le riveliamo che in realtà è deceduto scoppia in lacrime e ci chiede se la possiamo accompagnare fino all’obitorio per riconoscere il corpo.
Arrivati all’obitorio la scena non cambia molto. Lei si accascia piangente sul corpo del defunto e continua a piangere mentre un poliziotto parla con Seamus.
Mentre eravamo con l’addolorata “vedova” veniamo a scoprire che il suo ragazzo stava facendo da guardaspalle a due “donne di facili costumi” e ci da l’indirizzo del loro appartamento; così dopo essere usciti dall’obitorio ci dirigiamo direttamente a casa di queste due “brave ragazze”.
Bussando alla loro porta non risponde nessuno ma fortunatamente una signora del piano di sopra apre la porta e mi chiede se ho bisogno di qualcosa. Facendole qualche domanda, e dandole un nome falso, veniamo a sapere che son due giorni che non si vedono le prostitute. Ringraziamo la signora e ce ne andiamo, almeno fino a tarda sera quando scopriamo che queste due “sveglissime” ragazze lasciano la chiave di scorta sotto lo zerbino. Entriamo in casa senza fare troppo rumore e non troviamo nessuno, sembra come se siano scappate in fretta e furia lasciando lì ogni cosa… anche 3000 dollari sotto il materasso. Si sa che son tempi duri e il crollo della borsa non aiuta quindi io quei soldi me li prendo, nel caso poi trovassimo le due signorine glieli restituisco. Mettiamola così: li tengo in consegna così non vanno persi e nessuno li ruba!
A questo punto dico a Seamus di Shariz e decidiamo che lo chiamerò al più presto.
Al telefono lui è come sempre gentilissimo e stipuliamo che per il cofanetto mi da 1500 dollari; prima di accettare lo informo delle condizioni del cofanetto ma lui è ancora interessato all’acquisto. Termineremo il nostro affare la sera stessa al suo locale di lusso in centro Boston. Chiamo Seamus e gli chiedo di accompagnarmi, nelle prime non è molto convinto e cerca gentilmente di lasciarmi sola ma alla fine accetta.
Metto il vestito nuovo che avevo usato per uscire con Seamus qualche sera prima. Il locale è veramente elegante, una cameriera mi accoglie e mi fa accomodare in un tavolo. Pochi minuti dopo arrivano dei cioccolatini, ovviamente al latte, e un narghilè che nessuno dei due tocca.
Passati cinque minuti arriva il mio uomo che prende il narghilè e lo fuma con grande soddisfazione. Parliamo del cofanetto e dopo un po’ ci fa spostare al piano di sopra in uno stanzino addobbato riccamente con divanetti e tappeti e su un tavolino una ciotola piena di cioccolatini. Ci invita ad assaggiare un cioccolatino ma ne io ne Seamus siamo inclini ad accettare il suo invito. Dopo un po’ che rimaniamo fermi davanti a quel cioccolato senza avere il coraggio di prenderne uno l’uomo ci dice che ci lascia soli, e ci da il tempo per decidere se assaggiarli o meno. Appena la porta si chiude comincia il solito dibattito tra me e Seamus di chi deve assaggiare e chi guardare gli eventuali effetti; ma mentre ancora stiamo parlando sentiamo dei passi arrivare dal corridoio verso la nostra stanza.
Ad un tratto la porta i apre ed entra un ragazzo alto e nero muscoloso che ci punta una pistola contro intimando di mangiare uno di questi dannatissimi cioccolatini. Con un po’ di agilità e anche fortuna riusciamo a metterlo a tappeto e gli ficchiamo un cioccolatino in bocca. Dopo qualche istante il bodyguard ci guarda e ci parla con un’altra voce, dopo un paio di minuti cambia ancora voce e ci continua a chiedere dove si trova e chi siamo…
Scappiamo ma con noi ci portiamo dietro due di questi ormai stranissimi dolcetti. Ci dirigiamo in ospedale dove sappiamo esserci una ragazza in coma, prostituta di uno della mala di Boston che era scampata per miracolo alle numerose uccisioni dei giorni scorsi. Arrivati in camera della ragazza le mettiamo in bocca il dolce e glielo facciamo inghiottire. Finalmente apre gli occhi, ma prima ci parla in antico egizio e poi con una voce maschile. Almeno siamo riusciti a capire che dentro a quei dolci ci sono racchiuse delle anime che probabilmente sono state risucchiate dalla “farfalla” che si trovava dentro al cofanetto di legno.
Siccome il trattamento ricevuto non c’è piaciuto molto e visto che Seamus ha degli amici nella mala di Boston riusciamo a farci riceve dal boss più influente, don Gaetano. Dopo avergli spiegato la situazione ci dice che non gli garba molto aver perso due ragazze e ci fa capire che da ora in poi se ne occuperà personalmente lui. Poiché non sappiamo se ci vengono a cercare per farci la pelle chiediamo un altro aiuto a don Gaetano che ci fa trasferire per qualche giorno nella sua villa di campagna.
Quattro giorni dopo la mala ha scoperto tutto, dove tengono la gente che hanno rapito e tutto il resto. Comincia così il raid. Il locale lussuoso viene dato alle fiamme facendo credere che sia stato un atto di razzismo e il vecchio locale che usavano come tana viene prima attaccato e tutte le persone all’interno vengono uccise, anche se per un certo momento i mafiosi che guardavano dentro ad una stanza rimanevano come imbambolati e poi uccisi, e poi dato anch’esso alle fiamme. Ma prima di bruciare il vecchio locale abbiamo scoperto che dentro a quella stanza c’era un’enorme farfalla, con delle uova vicino, che ipnotizzava la gente che la guardava.
Il giorno dopo sono tornata al lavoro come se nulla fosse, immagino che non riceverò più dei cioccolatini l’anno prossimo.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Shariz!

Neneintheblue ha detto...

Pignolo! Tanto anche se non ti firmi so perfettamente chi sei!!! :P

Unknown ha detto...

Dal momento che per me è sempre un piacere passare a leggere questo blog, ho deciso di premiarlo con il Sunshine Award! :)

Puoi leggere i dettagli qui:

http://myborderlands.blogspot.com/2011/01/sunshine-award.html

Anonimo ha detto...

Complimenti Nene!!! E' stata una piacevole sopresa ritrovarmi nel tuo blog!!! Brava!!!
Ciao Tonks!!

Neneintheblue ha detto...

@ Eleclyah: grazie!!! ^_^ leggerò il regolamento e lo metterò in atto... sono felice che il blog ti piaccia.

@Tonks: sono felice che ci sei capitata sopra... spero ti sia piaciuto!