lunedì 17 dicembre 2012

Cambierò...

Forse se lo scrivo sarà più semplice o magari mi toglierà un pò di stress e tensione...
Sto per cambiare. Sto per partire. Sto per lavorare (non in nero). Sto per andare a convivere.
Cambierò perfino lingua...
E lo faccio per me. Lo faccio per amore. Perchè qui non ce la faccio più. Perchè qui non sò cosa fare.
E sto per lasciare qui mia mamma. Gli amici. Un pezzo della mia vita.
Per cosa? c'è stato chi mi ha chiesto perchè parto, per chi, per cosa...
Parto per me, per la persona che amo, per il mio futuro, per la mia vita e anche per il mio orgoglio.
Non sò cosa succederà, e questo mi spaventa (come credo spaventi tutti,o quasi...).
Al momento non sono in piena forma fisica. E la cosa mi preoccupa un pò, è più di un mese che non sto bene e  i miglioramenti sono stati minimi. Ed è qui che ogni tanto sorgono le domande: se non guarissi in tempo? Parto comunque? Non parto? Cosa farò?
Il biglietto ce l'ho...quindi?
Non sò che fare e mi tocca aspettare...aspettare un conforto, aspettare un miglioramento, aspettare e basta...
E quando affronterò la mia vita combatterò, con le unghie, coi denti...
E quando mi farò male... bè, ci sarà quella speciale persona che mi conforterà.

lunedì 2 luglio 2012

In volo da te

Disegno emozioni su fogli di pensieri...
guardando gocce di vita che oscillano fra la realtà.
Non sempre amo la mia vita,
con troppi sogni infranti e una dura realtà.
Solo il cuore mi esce dal petto
per volare in regni incantati
pieni di giubilo e ardore.

mercoledì 20 giugno 2012

In ogni dove

Il pensiero corre, scala le montagne e naviga i mari alla ricerca di un luogo dove poi riposare.
Giunto a destinazione si immerge,se non nella mente, nel cuore di chi ha un tremito d'amore.
Riscaldandolo d'affetto lì si assopisce l'amore di chi attende la luce degli occhi che lo guidano al giorno che verrà.

Ogni goccia è un sogno

Cade e brilla una goccia di rugiada su un letto di sogni smarriti...in una landa incantata.
Sol uno di questi sogni volerà alla ricerca di chi lo realizzerà.
Quando il sorriso giungerà alla persona a cui il desiderio è divenuto realtà,
solo allora il sogno si tramuterà in quella goccia di rugiada che nei sogni ancora cadrà.

domenica 8 aprile 2012

Perche' certe sere ci si mette a scrivere a caso

Il post che leggerete non è stato scritto da me ma da Fabio, anche mio moroso. Ho pensato che merita davvero come racconto breve, e magari ci sarà anche una seconda (terza,quarta,etc...) parte...Enjoy yourself!

Appena dimenticò la storia, la storia si dimenticò di lui.



Con questo assurdo pensiero, Fabio si svegliò. Quel cielo particolarmente luminoso avrebbe dovuto svegliarlo da un bel pò, pensò nell'ultimo momento piacevole della giornata. Pochi istanti dopo, il dolore alla schiena. Realizzò di essere metà a terra, testa e spalle, e metà su una panchina di marmo. Il dolore, accumulato inascoltato da chissà quanto, proveniva dalla vertebra e dalla costola che l'avevano mantenuto in quella posizione incastrandosi sullo spigolo. Fabio ruotò il busto, fece forza con le braccia e strisciò giù dalla panca. Raddrizzando la testa, il senso dell'equilibrio lo abbandonò rapidamente, sostituito da un mal di testa ed una nausea feroci ed intontenti.
La domanda "Che diavolo ci faccio qui?", morì, travolta da troppi problemi, per essere rimpiazzata da un primordiale impeto: "Trova rifugio".


Le immagini di un bambino in monopattino che lo derideva e di un portiere d'albergo che scuoteva la testa sconsolato nel vederlo passare vennero riposte in un luogo lontano della memoria, per essere analizzate tristemente più tardi.


La fermata del bus si avvicinava. Il mantra "88, 137", figlio di notti allegre, giudò i suoi passi fino alla giusta palina. Nessun bus all'orizzonte. Collassò sul minimale sgabello, gemendo per un'ulteriore fitta alla schiena.


"Inspira. Espira." si disse, vagamente consapevole che solo attendere un'eternità lo avrebbe riportato ad essere una creatura sensiente e funzionante.


Buio. Dolore.


Era caduto dalla strapuntino, battendo il fondoschiena sul pavimento e la testa su almeno due elementi sporgenti della pensilina.
"Sono un disastro ridicolo" pensò ancora. Poi si sorprese per la complessità di quelle riflessioni, e di avere le idee chiare. La realizzazione che le macchine sulla strada stavano ora viaggiando con i fari accesi fu seguita dal solito sospetto di aver dormito alcune ore semiseduto ad una fermata dei bus di Trafalgar Square.
"Merda!" esclamò ad alta voce, collezionando un pò di altri sguardi di disprezzo.
Si concentrò. Dove sono? londra, Trafalgar Square. Che ore sono? Cercò il telefono nelle tasche. Lo trovò smontato nella tasca posteriore dei pantaloni, schermo crepato come un mosaico. Fantastico. £400 di telefono. Uno sguardo intorno. 5 del pomeriggio, sperando l'orologio funzioni. Lo fissò per 30 secondi buoni, prima di vedere il rassicurante scatto di una lancetta. Tessera dei mezzi? Sì, in tasca, con una manciata di banconote e qualche moneta. Ok. Andiamo a casa.


Salito sul bus, toccò il lettore giallo con la scheda, avvolta in una custodia sponsorizzata Ikea.
Bip. Sul display, la notifica di rimozione di £2 dal credito. Merda, era scaduto il settimanale. Capita quando si passano le giornate a dormire a Trafalgar. Salì al piano di sopra: viaggiare con solo il grande vetro davanti gli schiariva sempre le idee.


Come diavolo si era ridotto in quello stato? Spinse la memoria alla sera prima. Zero. Cena? Zero. Provò altri approcci. Sridat? No, era a Nizza in vacanza. Che locali c'erano vicino Trafalgar? L'Albanach. No, nessuna memoria collegata. Una volta aveva camminato dal Cafè de Paris fino all'Albanach. Con Mike...no, neanche il Cafè de Paris risvegliava ricordi. Cazzo! Vagamente impanicato, provò a partire diversamente, che cosa aveva sicuramente fatto quella settimana? Venerdì della settimana  prima, riunione. Venerdì sera, uscita a sentire Ema che suonava al Fiddler's. Camden. Usciti dal Fiddler's...una corona con Marja. Due. Locali casuali di Camden. Poi l'offerta di droga, rifiutata, e la fuga, ancora su un 88 verso sud. L'arrivo a casa. scale fatte con calma, ma l'alcool era ormai calato. L'ingresso a casa. La vecchia che leggeva le carte seduta sul suo divano, di fronte ad una xbox usata come stereo per far girare "Fire" di Hendrix e un salvaschermo stile mediaplayer.


EH?


Si bloccò di fronte all'assurdità del ricordo stesso.
E poi tutto gli tornò in mente.


Appena ricordò la storia, la storia si ricordò di lui