lunedì 23 novembre 2009

Quegli occhi verdi incormiciati di nero.


Tra le strade affollate, con la pioggia che lo bagna, sgambetta alla ricerca di un riparo asciutto e magari di un boccone per attenuare la fame che lo dilania.
La visuale che ha sono solo miriadi di gambe da cui avere paura, da cui difendersi. Continua a camminare per strade e marciapiedi che orami riflettono la sua sagoma scura e mingherlina. E' tanto che vaga nel nulla di una città che sta scoprendo poco per volta, fatta di vicoli bui e di vagabondi che lo vogliono usare come cuscino o peggio combustibile.
Bisogna stare sempre all'erta, bisogna stare lontani da tutti e cercare cibo nei bidoni fuori dai ristoranti; ma anche lì, qualche volta, una bastonata la si prende, anche se è quasi sempre più veloce lui a scappare.
Ora però non ce la fa quasi più, lo stomaco non smette mai di brontolare e le zampe a volte cominciano a cedere, e a correre non ci riesce quasi più!
Ormai è quasi sera e l'unica cosa che vuole è del cibo per poter vivere ancora un pò, ma nulla giunge e dopo altre ore di vagabondaggio si sdraia per terra in mezzo a quella marea di gambe che continua a schivarlo o a scavalcarlo. Sta per assopirsi quando vicino a lui sente un rumore già conosciuto, una portiera che si chiude, ma ormai non ha la forza di alzarsi e scappare e tutto gli va bene; chiude comunque gli occhi e aspetta. Poco dopo sente qualcosa sul suo pelo, non gli fa male anzi sembra essere piacevole, così decide di aprire gli occhi e sopra di lui vede una ragazza che lo sta avvolgendo in un asciugamano incurante della pioggia che sta bagnando anche lei. Gli sorride, con uno sguardo dolce dietro quegli occhiali neri che le incorniciano gli occhi verdi; gli sussurra parole dolci e lo accarezza teneramente facendogli bere dell'acqua da una bottiglietta.
Con un minimo di sforzo il cagnetto tira fuori la lingua e lecca il naso della ragazza con gli occhi pieni di gratitudine perché orami sà che tutto andrà bene. Viene adagiato nel sedile posteriore nel tepore dell'auto che asciuga il suo pelo.
E' passato un mese da quel giorno che ormai sembra tanto lontano ma che comunque non verrà cancellato dalla sua mente. Ora però Lucky, così l'hanno chiamato per la sua "fortuna", giace al massimo davanti ad un camino e ogni giorno rivede quegli occhi verdi che gli sorridono e quelle mani che si prendono cura di lui. Ora, dopo tanto tempo, ha di nuovo un amico e qualcuno che lo ami...

giovedì 19 novembre 2009

camminando a piedi nudi

Camminava lentamente nell'erba bagnata della mattina lasciando dietro di sè le impronte dei suoi passi. La veste candida sfiorava i fili d'erba mentre si muoveva sul suo corpo. Una brezza salì dalla terra agitando i suoi capelli scarlatti. Le mani incrociate e poggiate sul grembo con una speranza nel cuore.
Mentre il sole sorgeva da dietro gli alberi e le illuminava il viso un flebile sorriso le si disegnò nel volto. La notte precedente era stata travagliata, piena di ricordi confusi e di immagini surreali. Tutto era confuso nella sua mente, una velo di nebbia le impediva di ricordare perfettamente ma un dubbio si insinuava nelle sue membra.
Nessuno seppe mai cosa successe quella notte, nessuno notò mai quelle piccole imperfezioni che aveva, neanche lei...
Solo una persona sapeva ciò che aveva fatto quella notte, solo una persona tornava una notte al mese a portare altri ricordi in quella mente ormai offuscata.